Scommesse on line: a settembre quote di mercato in calo per Bet365 ed Unibet. Sulla spesa in forte crescita Eurobet e Betaland. Il fenomeno Betpoint, l’azienda al 100% italiana numero uno

Il mercato delle scommesse sportive online ha fatto registrare a settembre una raccolta di 369 milioni di euro con un incremento di quasi il 37% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Per quanto riguarda la raccolta leader di mercato è risultato sempre Bet365 con circa 129 milioni di euro. Sul podio anche Eurobet e Sisal. Da notare l’entrata di Betaland tra le aziende con una raccolta, in milioni di euro, a  due cifre. Per quanto riguarda però le quote di mercato, sempre facendo riferimento alla raccolta, c’è da notare un forte calo di Bet365 passata dal 39,7% di agosto, al 35% di settembre. Di questo calo si sono avvantaggiati tutti i principali operatori che hanno visto crescere le proprie quote di mercato, con la sola eccezione di Unibet passata negli ultimi due mesi  dall’1,80% all’1,40%. Ecco la raccolta a settembre 2016 di tutto gli operatori di scommesse on line con incassi per oltre mezzo milione di euro:

Per quanto riguarda invece la spesa effettiva dei giocatori, cioè la somma derivante dalle giocate meno le vincite, la classifica varia a settembre 2016 in maniera importante. Snai conquista il podio con una quota di mercato che sfiora il 10%. Lottomatica e l’accoppiata Paddy Power-Betfair scavalcano William Hill. Forte crescita dei valori di Eurobet e Betaland. Scala posizioni Goldbet che conquista il sesto posto. Ma il dato più sorprendete arriva da Betpoint con una quota di mercato, relativa alla spesa, superiore a colossi dell’on line come 888 e Pokerstars. Da notare che Betpoint è la prima azienda al 100% italiana di entrambe le classifiche. Da notare anche gli ottimi piazzamenti, dietro alle multinazionali, di BMB, Domusbet e GI.LI.PI. e Replatz. Ecco la graduatoria per quota di mercato sulla spesa relativa alla scommesse sportive on line a settembre 2016:

es/AGIMEG

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Giochi, Gibiino: Doppia classificazione sale non risolve problema, impostazione sbagliata

Il senatore di FI al VELINO: Errori evidenti, si rischia di creare altre “Tiburtina”. Soluzione migliore autorizzare nuove case da gioco. Nelle prossime settimane presenterò ddl

Enzo Gibiino

Roma, 16:32 – 11 minuti fa (AGV NEWS)

“C’era bisogno di una legge che doveva andare a disciplinare a livello centrale chi fa che cosa. Nel momento in cui si decide con gli enti locali la classificazione delle sale e le autorizzazioni non si risolve il problema”. Così al VELINO il senatore di Forza Italia Vincenzo Gibiino che insieme al capogruppo Paolo Romani e altri senatori di FI ha presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio e ai ministri dell’Economia e della Salute sul gioco d’azzardo e, nello specifico, sulla divisione dei luoghi autorizzati in due classi, A e B. Al governo si chiede di fare “chiarezza sull’applicazione del decreto del ministero della Salute, che una volta approvato indicherà i criteri di ripartizione del Fondo per il gioco d’azzardo patologico tra le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, istituito dalla legge di stabilità 2016. Lo schema, che ha ricevuto nei giorni scorsi il parere favorevole della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie autonome – ricorda Gibiino – prevede la suddivisione dei luoghi di gioco in due classi, solo una delle quali sarebbe sottoposta ai limiti imposti dalle leggi regionali e comunali in materia, lasciando l’altra priva di ogni tipo di controllo e tutela. Forza Italia ritiene che l’introduzione di una siffatta normativa pregiudicherebbe i progressi compiuti sino ad oggi in materia, lasciando spazio al gioco senza regole e alla criminalità organizzata, da sempre interessata a questo business. Il gioco d’azzardo patologico è una vera e propria piaga sociale che deve essere contrastata e adeguatamente prevenuta. Riteniamo che la strada intrapresa non sia idonea a raggiungere efficacemente l’obiettivo ma che contrariamente potrà peggiorare la situazione attuale”.

“Così come è scritto – spiega Gibiino al VELINO – il provvedimento non funziona. Per alcune sale non si terrebbe conto né del numero di apparecchi né della distanza dai luoghi sensibili. Vogliamo che ci siano altri casi come quello della Tiburtina?”, si chiede il senatore che proprio sulla zona di Roma dove si concentra l’offerta d’azzardo ha già presentato un’interrogazione. “Perché invece non andiamo in Parlamento ad aprire un grande dibattito per confrontarci con le forze politiche e con le forze imprenditoriali e la società civile? Se invece si vuole andare avanti con questa impostazione lo facciano ma ci sono degli errori evidenti a monte”. Sull’intenzione dell’esecutivo, ribadita ieri dal sottosegretario Pierpaolo Baretta, di ridurre le slot del 30% nell’arco del 2017 iniziando da bar e tabacchi l’esponente azzurro mostra scetticismo: “Tolgono le macchinette da un parte e le rimettono da un’altra” e senza un controllo sul loro smaltimento “potrebbero diventare pericolose, funzionare in modo abusivo e finire in mano alla criminalità”. Gibiino avanza invece un’altra proposta, quella di “autorizzare nuove case da gioco” come avviene negli altri paesi così da avere “la certezza dei flussi di denaro e una effettiva tutela dei giocatori. Chiunque entra viene registrato, si sa quanto viene speso e quanto resta nelle casse. In questo modo si possono individuare flussi di denaro incompatibili con il redito dei giocatori”, a differenza di quanto accade con le slot machine. Per questo, annuncia “Nel giro di un mese presenterò un disegno di legge in commissione sulle case da gioco che già ha trovato il sostegno di altre forze politiche, e che affronterà la questione anche dal punto di vista del turismo. Si tratta di una materia molto complessa – conclude – su cui anche grazie a questo ddl si può iniziare a ragionare”.

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Da profondo conoscitore, dal 1993, del mondo del betting e del gaming, ritengo che il senatore Gibiino lo sconosca del tutto. In tutti questi anni si è cercato di combattere l’illegalità diffusa, e lui, concentrando il gioco in poche case da gioco, vorrebbe risolvere il problema? 

Solo chi ha fatto veramente il concessionario e il gestore sul campo, combattendo contro la concorrenza illegale, che produce riciclaggio, può dare dei giudizi obiettivi, limitando al contempo il diffondersi della ludopatia, soprattutto nei giovani.

Gioco d’azzardo, Mirabelli (Pd): “Da Endrizzi poca lucidità, M5S non ha monopolio legalità”

7 ottobre 2016 – 15:12

mirabelli

(Jamma) – “Capisco che a Giovanni Endrizzi e al M5S dispiaccia che il PD abbia stigmatizzato prima di loro la scelta della Figc di farsi sponsorizzare da Intralot e capisco anche che vorrebbero il monopolio dell’impegno contro le ludopatie e per la legalità, ma credo che con le sue dichiarazioni il senatore grillino dimostri poca lucidità” afferma in un comunicato Franco Mirabelli, esponente PD.

“Un conto è vietare, come noi chiediamo, la pubblicità in televisione e sopratutto durante le manifestazioni sportive, un altro conto è non ascoltare in sede di audizione in Parlamento uno dei soggetti che fa parte del settore del gioco legale. – precisa – Quando e se Endrizzi riuscirà a proibire ogni forma di gioco legale, come vorrebbe fare, certamente non potranno essere invitati alle audizioni in Parlamento i soggetti che promuovono il gioco, che a quel punto saranno solo soggetti illegali. Faccio peraltro presente che l’elenco delle audizioni non è il ‘mio’ elenco ma è stato discusso e approvato dall’intera commissione Finanze, M5S compreso.”

Vai all’articolo originale: http://www.jamma.it/politica/gioco-dazzardo-mirabelli-pd-endrizzi-poca-lucidita-m5s-non-monopolio-legalita-87481

BetuniQ, Cassazione conferma custodia cautelare per Gennaro

Cassazione conferma custodia cautelare in carcere per Mario Gennaro, ex numero uno di BetuniQ. Ugo Cifone commenta la sentenza e parla della nuova società.

 
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di Mario Gennaro, ex numero uno di BetuniQ, operatore maltese coinvolto nell’ormai celebre Operazione Gambling della Dda di Reggio Calabria, contro la misura cautelare della custodia in carcere disposta dal Tribunale di Reggio Calabria.

 

I REATI – Una misura stabilita “per essersi associato con altri soggetti, quale capo, promotore e costitutore della società di fatto operante tramite la UniQ Group Buchmacher Gmbh, la Larabet s.r.I., la Goalsbet Italia s.r.l. e la Unigamingitaly s.r.I., allo scopo di commettere una pluralità di delitti connessi alla gestione illecita d’imprese, in parte attive in Italia, in parte stanziate all’estero, dedite all’acquisizione di licenze e concessioni governative che servivano ad occultare lo sviluppo di attività di giochi e scommesse a distanza che operavano aggirando la normativa nazionale di settore, quella fiscale e quella anti-riciclaggio” consumando “reiterati reati di esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, omessa dichiarazione dei redditi ed Iva, truffa aggravata ai danni dello Stato (con artificiose rappresentazioni volte a non corrispondere all’Erario la tassa prescritta per l’esercizio delle attività di giochi e scommesse), trasferimento fraudolento di valori (con reiterate intestazioni fittizie di imprese e società, volte ad occultare l’infiltrazione nell’organizzazione dei soggetti parte della ‘ndrangheta e di consentire l’auto-riciclaggio delle somme derivanti dalla distribuzione promiscua di giochi e scommesse a distanza muniti di regolare concessione e di altri che ne erano privi), riciclaggio e reimpiego dei proventi di delitto”.

 

Secondo i giudici della Cassazione, “il Collegio che il Tribunale del riesame di Reggio Calabria, chiamato a valutare i profili dedotti alla sua cognizione, anche mediante il rinvio al contenuto dell’ordinanza genetica emessa dal Giudice per le indagini preliminari, ha ampiamente esposto le ragioni su cui si fonda il provvedimento cautelare impugnato (sulla possibilità del Tribunale del riesame di recepire le argomentazioni del provvedimento applicativo della misura, perché in tal caso i due atti si integrano reciprocamente. Infatti, dopo aver riportato le risultanze di indagine considerate rilevanti, in relazione alle provvisorie imputazioni che sorreggono la misura nelle prime 55 pagine del provvedimento gravato, ha poi analiticamente ricostruito gli indizi relativi a ciascuna delle fattispecie al ricorrente ascritte”.
APPLICATI PRINCIPI DI LEGGE – Per la Corte infine l’ordinanza impugnata ha valorizzato “la molteplicità dei contatti e dei rapporti intercorsi tra gli associati, il modus operandi, la diffusività spaziale e temporale delle loro relazioni di affari, la riconducibilità dei legami ad una gestione di carattere unitario e sovraordinato riferibile in primis al Mario Gennaro, nell’ambito di una chiara ed unitaria strategia di impresa che si attuava anche mediante precise direttive di comportamento. Il Tribunale del riesame risulta, quindi, avere fatto corretta applicazione dei principi espressi in tema da questa Corte, secondo cui l’elemento distintivo tra il delitto di associazione per delinquere e il concorso di persone nel reato continuato, è individuabile nel carattere dell’accordo criminoso, che nel concorso si concretizza in via meramente occasionale ed accidentale, essendo diretto alla commissione di uno o più reati – anche nell’ambito di un medesimo disegno criminoso – con la realizzazione dei quali si esaurisce l’accordo e cessa ogni motivo di allarme sociale, mentre nel reato associativo risulta diretto all’attuazione di un più vasto programma criminoso, per la commissione di una serie indeterminata di delitti, con la permanenza di un vincolo associativo tra i partecipanti, anche indipendentemente e al di fuori dell’effettiva commissione dei singoli reati programmati”.
IL COMMENTO DI BETUNIQ – Sulla sentenza si esprime, con una nota, Ugo Cifone, direttore commerciale Marketing e Comunicazione di BetuniQ Italia: “Il  provvedimento emesso dal Gup di Reggio Calabria prevede espressamente la possibilità, per Gennaro, di tornare a lavorare con il marchio BetuniQ sul mercato  regolamentato italiano motivo per cui è stato disposto contestualmente il dissequestro del brand e dei domini relativi al sito web. Ne consegue pertanto, che  come già anticipato in altra comunicazione ufficiale, BetuniQ opererà con regolare autorizzazione sia on line che con punti di ricarica (PVR)”.
BANDO SCOMMESSE E FUTURO DELLA SOCIETA’ – Cifone poi passa a chiarire alcune questioni in sospeso su BetuniQ Italia: “In relazione invece ai creditori della  vecchia società, ribadisco che i debiti saranno onorati, basterà attenersi alle procedure di recupero indicate sul sito www.betuniq.it. Alla domanda ‘che ne sarà del personale della vecchia società?’ posso confermare che si sta valutando attentamente la reintroduzione di alcune risorse del team preesistente nonché la collaborazione di nuove figure professionali a garanzia della continuità e rinnovamento. Nessuna previsione ad oggi è possibile fare in relazione all’eventuale partecipazione al bando scommesse da parte della società, ritenendola alquanto prematura. La dirigenza valuterà nell’occasione della pubblicazione del bando di gara le opportunità offerte al momento dal mercato, senza escludere l’affiancamento di partner importanti che si sono già proposti. Certamente l’obiettivo della società è scendere in campo protagonista del settore come in passato ma con la garanzia di massima trasparenza, legalità e leale concorrenza”.

Eventi, a Malta la conferenza “The future is today”. Garrisi (Stanleybet): “Il nostro futuro è in Italia ma continueremo ad investire su Malta. Stiamo valutando il partner ideale per partecipare in maniera importante alla gara”

Al via a Malta la XII edizione di EY’s Malta Attractiveness Survey and National Conference dal titolo “The future is today”. Si tratta di un appuntamento annuale che attrae oltre 500 delegati da tutto il mondo, con tanti imprenditori che hanno effettuato importanti investimenti sull’isola, oltre al premier maltese e ed il leader dell’opposizione. Un occasione in cui fare il punto sul tessuto produttivo mondiale e sui principali strumenti da mettere in campo nei diversi settori per lo sviluppo futuro dell’isola. Tra i vari panel, anche uno dedicato all’industria del gioco e al suo mercato globale, dal titolo emblematico ‘The next moves’. Al panel sono intervenuti Edwina Licari, responsabile dell’ufficio legale dell’Autorità di gioco maltese (Mga), Giovanni Garrisi, executive chairman and owner di Stanleybet, Antoine Bonello, managing director di Paddy Power Betfair, Andrew J Zammit, managing partner di GVZH Advocates e Ian Ince, head of regulatory affairs and compliance di Playtech. Il convegno, organizzato dalla Malta Gaming Authority, è stato moderato da Theo Dix, senior del EY Malta. Nel suo intervento, molto apprezzato dalla platea, Giovanni Garrisi ha evidenziato l’importanza politica di incontri di questo tipo, sottolineando che: “anche se il nostro percorso futuro sarà sul mercato italiano entrando nel sistema concessorio con la prossima gara, continueremo ad investore su Malta. in tal senso ci tengo a ricordare che stiamo finalizzando un accordo con una importante Università maltese per la formazione di manager di alto livello e che contribuiranno a sviluppare sistemi imprenditoriale di grande qualità”. GarrisiGarrisi nel suo intervento si è anche soffermato sulla filosofia che riprende il concetto di innovazione specificando anche quali sono stati i motivi che hanno portato alle importanti fusioni sul mercato italiano del gioco: “un’inefficente sistema regolatorio iniziale ha fatto si che il mercato vivesse una stagione di confusione che hai portato inevitabilmente a degli accordi tra società che rischiavano seri problemi. Oggi molti elementi del sistema hanno fatto passi da gigante (come l’attuazione del palinsesto libero), facendo si che ci fossero finalmente le condizioni per un nostro ingresso nel sistema concessorio italiano”. In merito al futuro del sistema delle scommesse in Italia e sulla prossima gara per le nuove concessioni, Garrisi ha dichiarato ad Agimeg che: “dobbiamo lavorare sodo con gli altri membri del sistema e con il regolatore, per far fare all’Italia un salto di qualità diventando un ambiente moderno, stabile e profittevole. Per quanto riguarda il prossimo bando di gara, stiamo valutando il partner ideale per un’entrata importante nel nuovo sistema concessorio”. lp/AGIMEG

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Napoli. Il Consiglio di Stato respinge l’appello contro ordinanza sale giochi

7 ottobre 2016 – 13:11

napoli-panini

(Jamma) Il Consiglio di Stato respinge l’appello contro la sentenza del Tar in merito all’annullamento dell’ordinanza con la quale il Comune introduce limiti orari all’apertura delle sale giochi.”Considerato che deve essere più approfonditamente scrutinato in sede di merito (da fissarsi auspicabilmente in tempi brevi) il motivo di ricorso con il quale si è lamentato che, ferme restando le prerogative sindacali di cui al d.lgs. 267 del 2000, articolo 50, comma 7, nel caso in esame sarebbe il regolamento comunale a risultare illegittimo e, con esso, l’ordinanza sindacale che vi ha dato applicazione;

Considerato tuttavia che, nel bilanciamento fra i diversi interessi pubblici e privati che nel caso in esame vengono in rilievo (alcuni dei quali impingenti la sfera dei diritti inviolabili quale quello alla salute), il Collegio ritiene preferibile l’opzione che consenta di pervenire alla decisione di merito in primo grado re adhuc integra (i.e.: senza che vengano ulteriormente modificati, allo stato, gli orari fissati dal Comune di Napoli);

Considerato che, per le ragioni esposte, l’appello in epigrafe deve essere respinto ma che sussistono giusti motivi per disporre l’integrale compensazione delle spese di lite fra le parti”.

In primo grado il Tar Campania ha accolto le ragioni del Comune sottolineando che secondo una giurisprudenza che si va consolidando i Sindaci hanno il potere di imporre simili limiti, in forza del Testo Unico sugli Enti Locali. Due sale bingo hanno quindi impugnato queste pronunce, chiedendo al Consiglio di Stato anche un decreto cautelare. In questa sede (fine agosto), hanno cercato di fare leva sulla diminuzione degli introiti, ma per i giudici di Palazzo Spada l’arco di tempo preso in esame per il conteggio era troppo ristretto. Le sale hanno quindi depositato una perizia per dimostrare che a causa degli orari imposti dal Comune hanno subito un calo di introiti di circa il 60%.

 

Il Comune – per dimostrare la necessità di un simile provvedimento – ha invece ribattuto che Napoli sia la provincia italiana con la maggiore diffusione di sale da gioco, e ha depositato un regolamento comunale che dal 2015 prevede uno stanziamento di 4 milioni l’anno in favore delle ASL, proprio per contrastare il fenomeno delle ludopatie. La questione tornerà quindi al Tar Napoli per il merito. Di fronte al giudice di primo grado è già fissata un’udienza di merito a dicembre, per un ricorso analogo intentato da una sala scommesse.

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Giochi, Cassazione rigetta ricorso contro sequestro Totem: “Accesso abusivo a giochi d’azzardo in violazione della legge”

La Corte di Cassazione ha stabilito che è ‘infondato’ il ricorso di un titolare di una sala giochi di Locri contro il sequestro di  tre “apparecchi Totem che consentivano l’accesso abusivo ai giochi d’azzardo in violazione della legge” posti all’interno del locale. Il ricorrente aveva lamentato una violazione dell’articolo 355 del codice di procedura penale, relativo al sequestro, ma i supremi giudici hanno evidenziato che ” il provvedimento avrebbe perso efficacia per mancata convalida in termini, essendo state indicate nell’originale soltanto date successive alla scadenza del termine di convalida. Si tratta della riproposizione di una doglianza rappresentata al Tribunale del riesame, il quale, nell’impugnata ordinanza, l’ha respinta rilevando che, benché il decreto del PM non rechi
l’attestazione del deposito in cancelleria, la sequenza dei successivi atti connessi attesta la
tempestività della convalida. Infatti risulta che il sequestro è stato effettuato il 29 luglio 2015 alle ore 16:20, laddove il decreto di convalida è datato 31 luglio 2015 ed è stato trasmesso alla polizia giudiziaria perché provvedesse alla sua notifica lo stesso giorno alle ore 13:21, come emerge dal rapporto di verifica della trasmissione a mezzo fax, e quindi entro le quarantotto ore dal sequestro”.  lp/AGIMEG

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Giochi, Codacons denuncia Figc in procura per istigazione all’azzardo. Ricorso al Tar per bloccare sponsorizzazione

 A proposito di DENUNCE PER ISTIGAZIONE A …… :spiega: :D

Codacons Nuova

Roma, 20:01 – 16 ore fa (AGV NEWS)

Il Codacons annuncia una denuncia in Procura contro la Figc per la vicenda del contratto di sponsorizzazione che lega la Federazione alla società di scommesse Intralot. “Si tratta di una scelta pericolosissima, perché pubblicizzare una società del gioco attraverso uno sport come il calcio seguito da milioni di giovanissimi, rischia di avvicinare i soggetti più a rischio al gioco d’azzardo, con possibile incentivo del fenomeno della ludopatia – spiega il presidente Carlo Rienzi . Per questo il Codacons ha deciso di chiedere l’intervento della Procura di Roma, affinché verifichi se tale sponsorizzazione possa concretizzare una forma di istigazione al gioco d’azzardo, vietata dal nostro ordinamento. L’associazione annuncia inoltre un ricorso al Tar del Lazio finalizzato a ottenere l’annullamento del contratto che lega la Figc alla società Intralot, e la richiesta al Coni di commissariare la Federazione, considerato quanto il paese e quindi la collettività spende a causa della dipendenza da gioco e per contrastare la ludopatia. “Il fatto che non sia una scelta opportuna lo dimostra la stessa Figc, quando comunica la decisione di non far apparire sulle maglie e sulle tute dei giocatori il marchio della società di scommesse”, conclude Rienzi.

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Giochi. Nei primi 6 mesi del 2016 le slot hanno versato oltre 228 mln ‘solo’ di canoni di concessione

7 ottobre 2016 – 11:44

ministerofinanze

(Jamma) Il Ministero del Tesoro pubblica il conto riassuntivo del Tesoro aggiornato al 31 luglio 2016. Gli incassi per le Entrate di Bilancio verificatasi presso le Tesorerie della Repubblica dal 1 gennaio al 31 luglio derivanti dal lotto, lotterie ed altre attività di gioco sono stati nel totale 4,1 miliardi, di cui 4,035 di competenza e 64 milioni residui. Dai canoni di concessione per la gestione della rete telematica degli apparecchi a vincita derivano entrate per oltre 228 milioni di euro. I concessionari di rete hanno versato , in aggiunta, 7,7 milioni di euro.

I proventi da lotterie e grattaevinci ammontano a oltre 700 milioni.

Il Bingo ha contribuito alle entrate erariali per un totale di 6,3 milioni.

Per la categoria del lotto, lotterie ed altre attività di gioco le entrate tributarie secondo le previsioni iniziali di competenza, ammontano ad un totale di 13,649 miliardi, di cui 13,563 miliardi generate dall’attività ordinaria di gestione e 86 milioni derivanti dall’attività di accertamento e controllo.

Gli accertamenti a tutto il mese di luglio 2016 hanno generato entrate tributarie per il lotto, lotterie ed altre attività di gioco di 3,197 miliardi di euro.

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Scommesse, fissata l’udienza in Corte Costituzionale per Bet1128. Rischio incostutizionalità per le norme penali contro i ctd discriminati

Bet1128 andrà il 7 febbraio prossimo in Corte Costituzionale per far riconoscere l’illegittimità della norma penale che sanziona la raccolta non autorizzata di scommesse, e dell’art. 88 Tulps (che subordina il rilascio della licenza di pubblica sicurezza al possesso di una concessione dell’ADM) nei confronti degli operatori discriminati con il bando Monti. E’ quanto apprende Agimeg da fonti istituzionali. Se la Consulta accogliesse l’ordinanza di rinvio e le tesi difensive del bookmaker maltese “Potrebbe dichiarare incostituzionali queste norme, o fornire delle indicazioni per riscriverle” spiega a Agimeg l’avv. Vincenzo Scarano, legale di Bet1128. “Di fatto, potrebbe stimolare il Legislatore a intervenire – normativamente – sulle discriminazioni che hanno subito alcuni operatori esteri”. Il procedimento di fronte alla Corte Costituzionale scaturisce dal sequestro disposto nei confronti di un CTD barese, a sollevare i quesiti di legittimità costituzionale è stato il Tribunale Penale del capoluogo pugliese nel novembre 2014 partendo dalla clausola sulla cessione gratuita della rete contenuta nel Bando Monti. “Oggi ancora più di allora” commenta Scarano, “è chiaro che quell’impianto presenti una serie di criticità, e che Bet1128 abbia subito delle discriminazioni in quella gara. Nel frattempo infatti è intervenuta prima la Corte di Giustizia Europea con la sentenza Laezza e l’ordinanza Gaiti, e poi la Cassazione che ha recepito i principi enunciati dai giudici comunitari. La sentenza che deve emettere la Corte Costituzionale poitrebbe avere un valore di rilevanza assoluta perché in caso di accoglimento potrebbe emettere una sentenza totale o parziale dichiarando incostituzionali le norme di riferimento, o anche interpretativa fornendo una interpretazione delle disposizioni impugnate con l’ordinanza di rimessione senza dichiarane l’incostituzionalità. La pronuncia poi avrebbe valore per tutti gli operatori che hanno subito delle discriminazioni con il bando Monti” sottolinea ancora Scarano. Che poi mette in evidenza come “alcuni giudici hanno iniziato a richiamare la semplice ordinanza di rinvio del Tribunale di Bari per avvalorare i dissequestri e le archiviazioni disposti nei confronti dei titolari dei Ctd. Così ha fatto ad esempio il Tribunale Penale di Milano, in una pronuncia pubblicata pochi giorni fa”. Nella sentenza, il giudice cita anche “quanto già emerso nell’ordinanza di remissione davanti alla Corte Costituzionale da parte del Tribunale di Bari” per affermare che la gara del 2012 sia stata discriminatoria. gr/AGIMEG

 

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